Appreciative Inquiry: generare cambiamento valorizzando le risorse.
“Mentre la madre reitera il suo racconto sul figlio di otto anni, “intrattabile, oppositivo, insopportabile”, le chiedo se ci sia un momento della giornata in cui le appare diversamente. “È bravo solo quando dorme!”.
A un primo sguardo questa risposta può sembrare ironica se non provocatoria, ma uno sguardo “poetico” me la fa apparire interessante e carica di possibilità. Mi incuriosisco e le chiedo com’è il figlio quando dorme: Me lo descrive? Come respira? Cosa le ricorda? Chi le ricorda? E così via.
Le propongo poi di guardarlo più spesso, di farlo tutte le sere e tenere un diario segreto…”
Andrea Prandin
A cura di Dottor Mattia Lamberti
In collaborazione con il dott. Fabio Olivieri, pedagogista e formatore, Studio Desmos ha deciso di proporre un Workshop sull’Appreciative Inquiry nel lavoro di consulenza a famiglie e organizzazioni.
Per gli interessati al corso, e per tutti coloro che si occupano di consulenza e formazione, ecco un semplice contributo per raccontare questo approccio di ricerca e intervento.
L’Appreciative Inquiry ha una storia di una trentina d’anni, ma prende origine da precedenti studi di Maslow, Rogers, Watzlawick, Erickson e altri, collocandosi nell’ambito della ricerca azione di matrice positiva.
Negli anni ’80 il lavoro di David Cooperrider, ha generato un vero e proprio cambio di paradigma, un nuovo approccio alla soluzione dei problemi organizzativi, focalizzando l’attenzione su quanto funziona, su ciò che è efficace e mobilizzante nella direzione della mission e degli obiettivi dell’organizzazione.
L’approccio tradizionale di consulenza alle organizzazioni, oggi come allora, è quello del “bicchiere mezzo vuoto”, cioè l’analisi di ciò che non funziona come vorremmo, di quello che manca, evidenziando le lacune, le debolezze, le incapacità, i vincoli.
Le evidenze della validità di questo approccio sono molte e concordi: un’azienda, un’associazione o una famiglia in crisi hanno maggiori possibilità di uscire dal proprio problema se possono poggiare sulle risorse dei propri membri. Più invece si insiste e ci si concentra sui punti di debolezza, più si genera ansia e si limita la capacità del sistema di mobilitare le proprie risorse: creatività, flessibilità, cambiamento.
Il fondamento teorico dell’Appreciative Inquiry è che ogni organizzazione ha qualcosa che funziona bene, che è efficace e che gli garantisce il successo. Il consulente, attraverso la costruzione di una relazione non giudicante, positiva e con l’uso di specifiche tecniche di intervista, conduzione del colloquio e gestione del gruppo, permetterà la ri-attivazione di risorse ed energie.
L’invito quindi è a riflettere sui fenomeni del mondo organizzativo che consideriamo di valore, identificando il “nucleo positivo”, che servirà da punto di appoggio – e di partenza – per l’elaborazione di nuovi progetti e per il superamento di quegli impasse che caratterizzano ogni storia di relazione.
Da diverso tempo in Europa e negli Stati Uniti si ricorre agli strumenti dell’Appreciative Inquiry per promuovere una genitorialità più attiva e consapevole. Lo stesso sguardo positivo, la stessa capacità di indagare e valorizzare quanto funziona in una organizzazione, possono essere utilizzati nella relazione con le famiglie.
La consulenza nell’Appreciative Inquiry si attua secondo diversi modelli, fra questi possiamo certamente citare il “Ciclo delle 4 D”, costituito da un ciclo, appunto, di quattro fasi, nelle quali si alternano Scoperta-Discovery, Sogno-Dream, Progetto-Design e Realizzazione-Destiny, da cui le quattro D in lingua inglese, che si susseguono in una spirale continua in cui l’ultima fase rilancia la prima e così via.
Nell’attraversare un percorso di formazione o consulenza il sistema familiare, organizzativo o aziendale sarà accompagnato in un processo che continua incessantemente ad adeguarsi alle nuove conoscenze apprese, ai nuovi obiettivi raggiunti, alle nuove sfide e situazioni che si presenteranno.
Per poter formare professionisti di area psicopedagogica e organizzativa a questo sguardo e agli strumenti che caratterizzano l’Appreciative Inquiry abbiamo deciso di proporre un workshop che fornisce ai propri partecipanti materiali dedicati e tradotti, supervisione e diploma conclusivo.
Milano 28/29 Settembre, per info e adesioni: info@studiodesmos.it 339/2631372